Il mio 6 gennaio

7 gennaio 2016

 

Durante la mia pausa pranzo di ieri, venerdì 6 gennaio, apro un attimo Facebook e realizzo che, in Italia, (quasi) tutti erano in ferie (inchino a tutti i camerieri, baristi, e simili, che ieri invece avranno avuto un sacco da fare). I minuti successivi li ho passati a farmi mille domande per tentare di capire se davvero, tutta quella gente che faceva sembrare l’Epifania la festività più importante al mondo, ci tenesse davvero oppure fosse solo felice di essere a casa. Sono giunta alla conclusione che la seconda fosse l’opzione più corretta, almeno nella maggior parte dei casi. Infatti, questa settimana avrei dato non so cosa per avere un weekend così lungo. Avrei amato l’Epifania. Senza alcun limite.

Comunque al weekend ci sono arrivata anche io, e questo episodio ha dato il via ad una giornata piena di osservazioni di vario genere.

Ecco le principali.

 

Non sono tutti uguali

Che non fossero tutti uguali era ovvio. Ma ieri, senza bicicletta per via di un bel buchetto nella ruota (il primo dopo tre mesi, non male), ho dovuto usare i mezzi di trasporto. E sono stata catapultata in un mondo completamente diverso.

La mattina, sono dovuta uscire un quarto d’ora prima del solito e avere la sensazione che tutto fosse così lento. Tanti pendolari che non si muovono in bicicletta. Autobus che si ferma ogni 100 metri, attesa della coincidenza, tram che si ferma ad ogni semaforo.

Uscita dal lavoro, avevo un paio di orette libere prima di trovarmi con un’amica. Con una bicicletta, in due ore avrei potuto fare di tutto e di più. Invece, i tram erano pieni di turisti e io avevo bisogno di rilassarmi. Così, ho deciso di muovermi a piedi. Sono andata a comprare il necessario per aggiustare la ruota e poi mi sono avviata verso il luogo di ritrovo. Google maps mi indicava 44 minuti, io ho preso per sbaglio un paio di vie più lunghe e ci ho messo il doppio del tempo. E ho realizzato che in bicicletta, probabilmente, 1 km non mi sembra affatto così tanto. Ho sempre pensato che Google maps mi imbrogliasse sui 5 km che ci sono per arrivare al lavoro – per farmi sentire più brava – ma in realtà non lo faceva.

Cammino, cammino, cammino, e mi rendo conto che è tutto diverso dal solito. In bicicletta hai meno tempo di guardarti intorno. E ti perdi tantissime cose.

Questo momento romanticità è terminato non appena ho dovuto riprendere i mezzi per tornare a casa e scoprire che, invece della mezzora di bicicletta, ci avrei messo un’ora intero. Respiro profondo, musica nelle orecchie e via. E così, ho scoperto che ci sono anche pazzi che prendono normalmente l’autobus per tornare a casa, nonostante ci metta il doppio della bicicletta. Ho scoperto che, anche qua, ci sono ragazze che si piastrano i capelli e che, sicuramente, hanno paura della pioggia. Ho scoperto infine che casa mia non segna il limite a nord della città ma che esiste una Amsterdam più brutta, più avanti.

 

Non ho più 20 anni

A 20 avevo una forza incredibile: per tre anni ho studiato e lavorato insieme. Senza cedere. Avevo un ragazzo. Ero ancora giovane e spensierata. Adesso, dopo un’intera giornata di lavoro sono stanca morta. Studiare 20 pagine mi richiede un’energia incredibile. Non ho un ragazzo. Ogni tanto cedo. E non sono spensierata.

Ma poi, provo a mettere tutto su una bilancia. E il piatto dei 25 anni vince comunque contro quelli dei 20 (no scherzo, erano già 21-23). Cambio lavoro e vita ogni tre mesi (in parte per scelta in parte per fattori esterni) e quindi ho solo modo di migliorare – decidendo qualcosa di serio della mia vita, un giorno, prima o poi. Non ho più energie la sera, ma le uso tutte durante il giorno per parlare in inglese – ancora in fase di grande miglioramento. Cedo ogni tanto – ammettendolo e accettandolo -, segno che finalmente so di essere una persona come tante altre, senza tante paranoie sul dover far credere che sono meglio. Non ho un ragazzo ma arriverà – e nel frattempo ho tanti amici/conoscenti/vita sociale che mi rendono felice. Non sono più spensierata, ma forse non lo ero nemmeno prima. E forse, in realtà, lo sono più di quel che credo.

 

Non sono poi così intelligenti

Questi olandesi hanno voluto fare i fighi e diventare protestanti? Non hanno capito tanto dalla vita. Io sono qua da tre mesi e già mi sono persa: 1 novembre, 8 dicembre e 6 gennaio. E io, ieri, avevo bisogno di dormire!

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